Come coordinatore dello Spi-Cgil denuncio lo stato di immobilismo in cui si trova il piano socio sanitario dell'ambito territoriale n° 7.
E' trascorso circa un anno e mezzo da quando è stata approvata la seconda triennalità, ci sono voluti grande impegno e spirito di concertazione, svolti dalle organizzazioni sindacali confederali CGIL-CISL-UIL e dal Sindacato Territoriale SPI-FNP-UILP, per assicurare ai cittadini di questo ambito, modalità di accesso a strutture e servizi tanto attesi quali: ADI (Assistenza territoriale itegrata), potenziamento SAD (Servizio assistenza domiciliare), Centri diurni, luoghi per persone sole, dove poter socializzare, ADE (Assistenza all'educazione scolastica), Segretariato Sociale, ecc ecc.
Questo risultato è stato possibile grazie anche al lavoro svolto dal vice commissario del Comune capofila (Manduria) Dott.ssa Di Stani, che insieme al sindacato hanno dotato l'ambito di un regolamento che permettesse di superare le fasi di stallo, hanno inoltre previsto somme per istituire un ufficio di piano con personale altamente professionale, perchè lavori a tempo pieno per preparare i bandi. Ciò che è emerso dal rendiconto della prima triennalità è sconfortante, si è speso solo 25% del budget, questo sta a significare che non si sono tramutati in servizi alla persona tutti quei progetti che erano stati previsti, per esempio uno dei servizi attivati la SAD, servizio di assistenza territoriale, ha ottenuto scarso risultato perchè è stata chiesta una compartecitazione economica a chi ne aveva fatto richiesta.
Ora, in molti comuni di questo ambito si è votato e sono stati eletti democraticamente coloro che si sono candidati alla soluzione dei problemi dei cittadini, colgo l'occasione per sollecitare le persone di buona volontà a un'attiva partecipazione perchè i problemi di chi soffre nel frattenpo non sono scomparsi, anzi si sono accentuati e per sollecitare i cittadini di queste comunità a manifestare il proprio disagio per dei servizi che spettano di diritto, anche perchè devono sapere che nelle casse del Comune capo fila (Manduria) sono fermi circa nove milioni di euro non spesi per l'inerzia delle amministrazioni comunali.
Per finire c'è da chidersi quando i cittadini di questo ambito che hanno fatto domanda per l'assegno di prima dote, per l'assistenza indiretta e le circa 700 domande per l'assegno di cura da circa un anno riceveranno risposta.
E' insopportabile registrare il silenzio delle amministrazioni alle continue sollecitazioni dei sindacati confederali, ed è auspicabile che vengano al più presto sbloccate quelle somme destinate a strutture e servizi per i cittadini più bisognosi.
(Fernando Colopi)