L’Ospedale Giannuzzi di Manduria vive in questi giorni un momento tristissimo: perde pezzi, vede sgretolata la sua identità storica di fulcro assistenziale di un’intera comunità, di un vasto bacino di utenza. La Politica, quella che dovrebbe essere “gestione della cosa pubblica”, che dovrebbe riguardare "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente chi la vive attivamente, quella che dovrebbe effettivamente conoscere i bisogni concreti dei cittadini e di un territorio, oggi maltratta e bistratta migliaia di cittadini che hanno dimostrato, in passato, e dimostrano ancora in questi giorni un senso di responsabilità sociale ed etica di fronte a gravi disagi nazionali, come gli immigrati presenti e accolti dignitosamente nel campo di Via per Oria, per cui lo stesso ospedale Giannuzzi ha svolto un ruolo primario.
Il circolo PD di Manduria non ci sta.
Fa sentire la sua voce ogni giorno, la alza, perché questa cittadina non può sacrificarsi per l’intera nazione e poi in un nonnulla, senza che nessuno venisse consultato, perdere il proprio ospedale.
Per i modi in cui ciò sta avvenendo e per i criteri che seguono questa scelta.
Sappiamo che Manduria ha una posizione geografica strategica, centrale rispetto ad altri comuni limitrofi delle province di Taranto, Brindisi e Lecce che sono distanti dai rispettivi capoluoghi. E siamo tutti a conoscenza anche della insufficienza logistica dei trasporti rispetto agli stessi. Le strade a scorrimento veloce sono pressoché inesistenti in questa zona “di confine” e sappiamo come il tempo sia vitale quando riguarda problemi di salute.
La scelta di sminuire l’ospedale di Manduria a vantaggio di quello di Grottaglie non ha senso se consideriamo che quest’ultima cittadina è a 10 minuti da Taranto, collegata benissimo dalla superstrada. Lo sanno i nostri amministratori regionali o chi ha deciso per loro che i cittadini manduriani per arrivare a Grottaglie devono passare nel centro di un paese e percorrere una strada pericolosa con limite di velocità a 50 Km/h? E lo stesso dicasi per tutti i paesi limitrofi.
Per non parlare dei modi. Incitiamo i cittadini ad una cittadinanza attiva, pro-attiva, che li veda protagonisti delle scelte perché è da loro che nascono i bisogni. Ma chi ha mai consultato la nostra cittadinanza? Chi è venuto a dire in faccia cosa sarebbe accaduto? Nessuno. Adesso c’è bisogno di alzare il livello della lotta politica.
Il Piano di riordino ospedaliero dell’assessore Fiore, pur nella sua tragicità, aveva una logica. Questo, infatti, riconosceva all’ospedale Giannuzzi di Manduria il ruolo di ospedale principale destinato a servire un ampio comprensorio in quel versante orientale della nostra provincia che non è collegato da una strada a scorrimento veloce a Taranto e ai suoi ospedali. Proprio per questo Tommaso Fiore aveva capito che questa area della nostra provincia doveva avere un ospedale di primo livello.
Ma questo non è successo, anzi. Quella perpetrata è un’ingiustizia nei confronti di un territorio che in tempi recenti ha dimostrato una grande maturità.
Non c’è una logica, sanitaria e organizzativa, che possa giustificare tale scelta.
E non tolleriamo che qualcuno possa accusarci di lotte improntate al campanilismo.
Una cosa è certa: entro 9 mesi il Giannuzzi potrà disporre della rianimazione, non appena il 118 si trasferirà nella nuova sede. Un passaggio fondamentale per il nostro ospedale. Per garantire la sicurezza alle partorienti e ai nascituri, c’è bisogno della rianimazione, e Manduria disporrà di tale servizio al contrario di Grottaglie, quindi avrà tutte la carte in regola per essere la sede del Punto Nascita, come gli altri due ospedali di livello intermedio della provincia.
La regione dovrà tenere conto di tutto ciò.
Noi del PD saremo tenaci controllori e difensori del nostro ospedale e svilupperemo le manifestazioni più opportune nel bacino di utenza del nostro “Giannuzzi”, fino a quando non ci sarà un segnale forte ed immediato che ridia dignità e rispetto al nostro territorio.
(Fabrizio Mastrovito)
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