SEZIONE ESTERNA:

in questo link troverete un archivio molto nutrito di tutte le iniziative prodotte sia dai consiglieri comunali del PD (opposizione e maggioranza) e sia le iniziative messe in campo dai segretari di circolo del nostro partito. In particolare si possono visionare:

atti consiliari, richieste di consiglio comunale, interrogazioni, interpellanze, interventi in cons. comunale, emendamenti e osservazioni al bilancio di previsione, osservazioni al rendiconto e ai debiti fuori bilancio, accesso protocollo e password per accedere al sistema informatico, atti di diffida e messa in mora dell'amministrazione inadempiente, esposti procura, esposti sezione regionale corte dei conti, esposti procura corte dei conti, segnalazioni al Prefetto... e tanto altro ancora

domenica 25 dicembre 2011

Rispetto per Manduria

L’Ospedale Giannuzzi di Manduria vive in questi giorni un momento tristissimo: perde pezzi, vede sgretolata la sua identità storica di fulcro assistenziale di un’intera comunità, di un vasto bacino di utenza. La Politica, quella che dovrebbe essere “gestione della cosa pubblica”, che dovrebbe riguardare "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente chi la vive attivamente, quella che dovrebbe effettivamente conoscere i bisogni concreti dei cittadini e di un territorio, oggi maltratta e bistratta migliaia di cittadini che hanno dimostrato, in passato, e dimostrano ancora in questi giorni un senso di responsabilità sociale ed etica di fronte a gravi disagi nazionali, come gli immigrati presenti e accolti dignitosamente nel campo di Via per Oria, per cui lo stesso ospedale Giannuzzi ha svolto un ruolo primario.
Il circolo PD di Manduria non ci sta.
Fa sentire la sua voce ogni giorno, la alza, perché questa cittadina non può sacrificarsi per l’intera nazione e poi in un nonnulla, senza che nessuno venisse consultato, perdere il proprio ospedale.
Per i modi in cui ciò sta avvenendo e per i criteri che seguono questa scelta.
Sappiamo che Manduria ha una posizione geografica strategica, centrale rispetto ad altri comuni limitrofi delle province di Taranto, Brindisi e Lecce che sono distanti dai rispettivi capoluoghi. E siamo tutti a conoscenza anche della insufficienza logistica dei trasporti rispetto agli stessi. Le strade a scorrimento veloce sono pressoché inesistenti in questa zona “di confine” e sappiamo come il tempo sia vitale quando riguarda problemi di salute.
La scelta di sminuire l’ospedale di Manduria a vantaggio di quello di Grottaglie non ha senso se consideriamo che quest’ultima cittadina è a 10 minuti da Taranto, collegata benissimo dalla superstrada. Lo sanno i nostri amministratori regionali o chi ha deciso per loro che i cittadini manduriani per arrivare a Grottaglie devono passare nel centro di un paese e percorrere una strada pericolosa con limite di velocità a 50 Km/h? E lo stesso dicasi per tutti i paesi limitrofi.
Per non parlare dei modi. Incitiamo i cittadini ad una cittadinanza attiva, pro-attiva, che li veda protagonisti delle scelte perché è da loro che nascono i bisogni. Ma chi ha mai consultato la nostra cittadinanza? Chi è venuto a dire in faccia cosa sarebbe accaduto? Nessuno.
Adesso c’è bisogno di alzare il livello della lotta politica.
Il Piano di riordino ospedaliero dell’assessore Fiore, pur nella sua tragicità, aveva una logica. Questo, infatti, riconosceva all’ospedale Giannuzzi di Manduria il ruolo di ospedale principale destinato a servire un ampio comprensorio in quel versante orientale della nostra provincia che non è collegato da una strada a scorrimento veloce a Taranto e ai suoi ospedali. Proprio per questo Tommaso Fiore aveva capito che questa area della nostra provincia doveva avere un ospedale di primo livello.
Ma questo non è successo, anzi. Quella perpetrata è un’ingiustizia nei confronti di un territorio che in tempi recenti ha dimostrato una grande maturità.
Non c’è una logica, sanitaria e organizzativa, che possa giustificare tale scelta.
E non tolleriamo che qualcuno possa accusarci di lotte improntate al campanilismo.
Una cosa è certa: entro 9 mesi il Giannuzzi potrà disporre della rianimazione, non appena il 118 si trasferirà nella nuova sede. Un passaggio fondamentale per il nostro ospedale. Per garantire la sicurezza alle partorienti e ai nascituri, c’è bisogno della rianimazione, e Manduria disporrà di tale servizio al contrario di Grottaglie, quindi avrà tutte la carte in regola per essere la sede del Punto Nascita, come gli altri due ospedali di livello intermedio della provincia.
La regione dovrà tenere conto di tutto ciò.
Noi del PD saremo tenaci controllori e difensori del nostro ospedale e svilupperemo le manifestazioni più opportune nel bacino di utenza del nostro “Giannuzzi”, fino a quando non ci sarà un segnale forte ed immediato che ridia dignità e rispetto al nostro territorio.
(Fabrizio Mastrovito)

domenica 30 ottobre 2011

Taranto al ventiseiesimo posto nella rappporto Ecosistema Urbano di Legambiente Tra le peggiori città in tema di raccolta differenziata, isole pedonali e verde fruibile

Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia sullo stato di salute ambientale dei comuni capoluogo italiani, arrivata quest’anno alla sua diciottesima edizione, è realizzata attraverso questionari e interviste dirette alle104 città capoluogo di provincia distinte per dimensione in grandi (sopra i 200mila abitanti) , medie (tra i 200mila e 80 mila) e piccole città (sotto gli 80mila abitanti).
Dal rapporto si evince che è ancora allarme smog in più della metà dei centri urbani, dove continuano a crescere i mezzi privati mentre il trasporto pubblico perde.
Ma vediamo le vincitrici. Ecco allora che per le grandi città troviamo al primo posto Venezia, per le medie città conquista la vetta Bolzano, mentre la regina dei piccoli centri è Belluno.
Tra le tre peggiori, invece, troviamo Palermo per le grandi città, Siracusa per le medie città e Caltanisetta tra i centri più piccoli. 
Ma veniamo a Taranto. La nostra città capoluogo, annoverata tra le città di media dimensione, colleziona performance non certo esaltanti. Nella classifica di Ecosistema Urbano occupa, infatti, la ventiseiesima posizione su quarantatre città di media grandezza.
Ma Taranto la ritroviamo anche tra le peggiori d’Italia per raccolta differenziata dei rifiuti (con  il 4,4% e seguita solo da Messina ed Enna con il 3 e l’1%)  per isole pedonali e per verde fruibile.
 Da non sottovalutare sono, però, i microinquinanti come il benzo(a)pirene, potente cancerogeno di cui si è parlato molto rispetto alla situazione di Taranto, dove la concentrazione a fine ottobre 2010 era già due volte superiore al limite di legge di 1 nanogrammo/metro cubo a causa delle emissioni dell'Ilva.
Questo composto è salito agli onori delle cronache nazionali negli ultimi anni, insieme alle
diossine, per l’inquinamento che caratterizza la città di Taranto, causato dall’area industriale e soprattutto dallo stabilimento siderurgico dell’Ilva. Secondo i dati di Arpa Puglia, a Taranto la media di benzo(a)pirene in atmosfera rilevata a fine ottobre 2010 era di 2 nanogrammi per metro cubo, il doppio del limite di legge.
Per evitare il deferimento alla Corte di Giustizia, il Governo italiano ha approvato in piena
Estate scorsa il Decreto legislativo n. 155/2010 in recepimento della Direttiva in materia di qualità dell'aria, riordinando in questo modo la materia in una sorta di testo unico, abrogando provvedimenti precedenti che riguardavano sostanze diverse. Il riordino ha avuto vari effetti non sempre positivi. Se da una parte si introducono limiti per il PM2,5 o il valore obiettivo per l'ozono, dall’altra si giustifica l’inquinamento in caso di costi sproporzionati degli interventi di risanamento e si allargano le maglie per il controllo del benzo(a)pirene. Per questo inquinante si è fatto slittare fino a fine 2012 il termine per il raggiungimento del valore di 1 nanogrammo per metro cubo, previsto per le grandi città già per il 1999, e riduce il potere di intervento delle Regioni per il rispetto dei limiti. Al punto che, per le ricadute sull’inquinamento atmosferico a Taranto il decreto è stato definito “Salva Ilva”. Ma salverà anche i lavoratori e i cittandini?
(Angelo Prontera)

venerdì 5 agosto 2011

Innattuato il Piano Socio sanitario di Zona dell'Ambito 7 (Avetrana, Maruggio, Fragagnano, Torricella, Lizzano, Sava e Manduria): la denuncia del coordinatore Spi-Cgil Fernando Colopi

Come coordinatore dello Spi-Cgil denuncio lo stato di immobilismo in cui si trova il piano socio sanitario dell'ambito territoriale n° 7.
E' trascorso circa un anno e mezzo da quando è stata approvata la seconda triennalità, ci sono voluti grande impegno e spirito di concertazione, svolti dalle organizzazioni sindacali confederali CGIL-CISL-UIL e dal Sindacato Territoriale SPI-FNP-UILP, per assicurare ai cittadini di questo ambito, modalità di accesso a strutture e servizi tanto attesi quali: ADI (Assistenza territoriale itegrata), potenziamento SAD (Servizio assistenza domiciliare), Centri diurni, luoghi per persone sole, dove poter socializzare, ADE (Assistenza all'educazione scolastica), Segretariato Sociale, ecc ecc.
Questo risultato è stato possibile grazie anche al lavoro svolto dal vice commissario del Comune capofila (Manduria) Dott.ssa Di Stani, che insieme al sindacato hanno dotato l'ambito di un regolamento che permettesse di superare le fasi di stallo, hanno inoltre previsto somme per istituire un ufficio di piano con personale altamente professionale, perchè lavori a tempo pieno per preparare i bandi. Ciò che è emerso dal rendiconto della prima triennalità è sconfortante, si è speso solo 25% del budget, questo sta a significare che non si sono tramutati in servizi alla persona tutti quei progetti che erano stati previsti, per esempio uno dei servizi attivati la SAD, servizio di assistenza territoriale, ha ottenuto scarso risultato perchè è stata chiesta una compartecitazione economica a chi ne aveva fatto richiesta.
Ora, in molti comuni di questo ambito si è votato e sono stati eletti democraticamente coloro che si sono candidati alla soluzione dei problemi dei cittadini, colgo l'occasione per sollecitare le persone di buona volontà a un'attiva partecipazione perchè i problemi di chi soffre nel frattenpo non sono scomparsi, anzi si sono accentuati e per sollecitare i cittadini di queste comunità a manifestare il proprio disagio per dei servizi che spettano di diritto, anche perchè devono sapere che nelle casse del Comune capo fila (Manduria) sono fermi circa nove milioni di euro non spesi per l'inerzia delle amministrazioni comunali.
Per finire c'è da chidersi quando i cittadini di questo ambito che hanno fatto domanda per l'assegno di prima dote, per l'assistenza indiretta e le circa 700 domande per l'assegno di cura da circa un anno riceveranno risposta.
E' insopportabile registrare il silenzio delle amministrazioni alle continue sollecitazioni dei sindacati confederali, ed è auspicabile che vengano al più presto sbloccate quelle somme destinate a strutture e servizi per i cittadini più bisognosi.
(Fernando Colopi)

domenica 5 giugno 2011

Elezioni amministrative: il centrosinistra in testa nei due comuni più grandi, il centrodestra prevale negli altri.

Tra gli 8 comuni del versante orientale della provincia di Taranto interessati alla tornata amministrativa del 15 e 16 maggio, i due più grandi vanno al ballottaggio con in testa i candidati del centrosinistra.
A Grottaglie, al primo posto con il 32,29 % si piazza Ciro Alabrese sostenuto da Pd, Italia dei Valori, Udc, Io Sud, Lista “Ambiente e lavoro”, Api e “Cattolici per il socialismo”. A sorpresa  il ballottaggio è con Michele Santoro, fuoriuscito dal Pdl, che ha ottenuto il 15,88 %. Il dato più appariscente del primo turno a Grottaglie è la estrema frammentazione del voto, tant'è che la somma dei voti dei due candidati più suffragati non raggiunge nemmeno il 50 %. Né Calabrese, né Santoro hanno fatto apparentamenti ufficiali, ma il candidato del centrosinistra ha raggiunto un accordo politico con il candidato della sinistra radicale Enzo Lacorte (che ha ottenuto il 14,43 %) e, pertanto, è estremamente probabile la sua vittoria al secondo turno.
Anche a San Giorgio Jonico nessun apparentamento. Qui il candidato del centrosinistra, Giorgio Grimaldi, è nettamente avanti con il 46,48 % rispetto all'altra candidata al ballottaggio Maria Quaranta (Api-Codacons, Pdl, Fli e altre tre liste minori), che ha ottenuto il 26,03 %. Il distacco tra i due è molto elevato (oltre 20 punti percentuali) per cui è estremamente improbabile una rimonta della  Quaranta.
Degli altri 6 comuni  4 sono andati al centrodestra e 2 al centrosinistra.
Ad Avetrana, è stato confermato il sindaco uscente di centrodestra Marco De Marco con il 51,84 %. Buono il risultato del candidato del centrosinistra Luigi Conte, che però si ferma al 47,58 %, non riuscendo a spostare a suo favore consensi dall'altro schieramento.
A Carosino, invece, si è giocato una sorta di derby tra candidati che fanno riferimento entrambi alla maggioranza che amministra la Provincia: Biagio Leuzzi, espressione della amministrazione uscente di centrosinistra e sostenuto da Costanzo Carrieri, vicepresidente della Provincia e Biagio Chiloiro sostenuto dall'assessore provinciale Longo e dal consigliere provinciale Sampietro. A prevalere è stato Chiloiro col 49,47 %, mentre Leuzzi ha ottenuto il 44,30 %.
A Fragagnano, dove si sono presentati ben 4 candidati, la dispersione ha favorito il centrodestra che con appena il 32,12 % è riuscito ad eleggere sindaco Lino Andrisani. Gli altri tre candidati, tutti riconducibili al centrosinistra, sommati insieme hanno ottenuto  quasi il 68 % dei voti.
A Torricella, è stato sconfitto il sindaco uscente “Peppo” Turco ( 37,87 %) che ha ceduto il passo al candidato del centrodestra Emidio De Pascale che è diventato sindaco col 55,46 %.
A Monteparano, invece, è stato confermato il sindaco uscente di centrosinistra Cosimo Birardi con il 42,44 %, mentre il candidato dell'Udc Antonio Borsci ha ottenuto il 30,93 % e il candidato del centrodestra Giuseppe Grassi si è fermato al 26,62 %.
Infine, a Roccaforzata, ha vinto l'avvocatessa Maria Giovanna Iacca del centrodestra con il 60,36 %, mentre il candidato del centrosinistra Gaetano De Monte si è fermato al 39,63 %.
Quindi, tra i comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, vanno al centrodestra Avetrana, Fragagnano, Torricella e Roccaforzata mentre al centrosinistra vanno Carosino e Monteparano. Il centrosinistra dovrebbe confermare Grottaglie, dove già amministra da circa 20 anni e dovrebbe conquistare S. Giorgio Jonico, che prima aveva una amministrazione di centro.

Pino Mellone

domenica 27 marzo 2011

A colloquio con il neo Vicepresidente della giunta provinciale Costanzo Carrieri


Il 13 gennaio 2011, il Presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido ha azzerato la Giunta Provinciale, per poi procedere ad un rimpasto e costituire una nuova giunta il 28 gennaio. Il Presidente ha voluto dare il via ad una nuova fase politica, in cui l’azione di governo dovrà essere esercitata con determinazione e senso di responsabilità, di partiti e persone. Sei gli assessori riconfermati, per costituire una nuova squadra,come dice il Presidente ”formata da persone di altissimo profilo morale e politico”. Tra i riconfermati, Costanzo Carrieri, Assessore ai Lavori pubblici, nominato da Florido Vicepresidente della nuova Giunta. Abbiamo chiesto a Carrieri il suo giudizio su questa fase politica e sui futuri progetti.
Come nasce l’esigenza di costituire una nuova Giunta?
Ad un anno e mezzo era necessario dare un nuovo assetto alla Giunta, specie alla luce di problematiche avute prima con UDC e poi con IDV, che ha sfiduciato il suo rappresentante alla Provincia. Ovviamente il rimpasto è stato anche un’occasione per riequilibrare in termini di presenze l’esecutivo, con un consequenziale riequilibrio anche all’interno del PD, in senso territoriale. Credo che questa sia stata una grande operazione politica che rilancerà l’azione amministrativa, e che a questo punto verrà sostenuta in maniera equilibrata in tutto il territorio.                                                                                                                                                             
 Si aspettava la nomina di Vicepresidente?
Con questa seconda fase del Consiglio Provinciale c’è stato anche un riequilibrio dei rapporti di forza tra i partiti, per cui probabilmente la Vicepresidenza sarebbe toccata comunque al PD, e l’indicazione del Presidente nella mia persona, ha trovato il consenso e il supporto di tutto il partito. Questa grande nomina di cui sento il peso e la responsabilità, mi stimola ancora di più a portare avanti il mio impegno su tutta la provincia.                                                                                                                                    Qualcuno la dà già come probabile successore del presidente Florido…                         
Beh…credo che sia prematuro al momento fare discorsi di questo tipo, perché aldilà delle legittime aspettative di ognuno di noi, quando arriverà il momento sarà il partito e l’intera coalizione a decidere uomini e metodi. Di certo in questo percorso sono a disposizione e null’altro.
 Prossimi progetti nell’azione amministrative?
Ai 60 milioni di euro investiti per la messa in sicurezza delle strade, si aggiungono 60 milioni investiti e cantierizzati per la sistemazione della maggior parte delle scuole della provincia. Gli impegni futuri sono rivolti al completamento di altre 3 scuole ex novo: lo “Sforza” di Palagiano, il “De Ruggeri” di Massafra, e “Del Prete” di Sava. Per la grande infrastruttura, oltre alla messa in sicurezza delle strade, è previsto il completamento della tangenziale sud con un investimento di 78 milioni di euro. Credo che questi siano fatti significativi che danno alla gente il senso della politica del fare e non delle chiacchiere.
 (Mina De Santis)

domenica 27 febbraio 2011

Macchina giudiziaria in affanno nel distretto di Lecce, Brindisi e Taranto

Ogni anno cadono in prescrizione 18mila reati, un dato che evidenzia l'affanno della macchina giudiziaria pugliese. Un affanno legato soprattutto alla significativa carenza di personale. In servizio ci sono pochi magistrati togati, onorari, pubblici ministeri, ma soprattutto la pianta organica del settore amministrativo è ridotta all'osso.
Le situazioni peggiori si vivono in periferia, ove vengono registrate le maggiori difficoltà a poter operare.
A tal proposito non sono confortanti i dati che emergono dal distretto della Corte di appello di Lecce (che comprende anche la sede distaccata di Taranto), ove gli sforzi si sono triplicati per poter sopperire ai vuoti di organico ed in particolare il personale amministrativo è costretto a svolgere singolarmente numerosi procedimenti, senza che vi sia neanche un minimo di riconoscimento da parte delle autorità governative, che invece addossano i ritardi e i problemi alla magistratura.
Il presidente della Corte d'Appello, Mario Buffa, ha relazionato sull'andamento della macchina giudiziaria nel distretto di Lecce, Brindisi e Taranto in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario svoltasi nel palazzo di giustizia di Lecce.
Per quanto riguarda i tempi dei processi, in un panorama nazionale che consegna al Paese una Giustizia spesso sull'orlo del collasso, la situazione nel distretto salentino non sembra essere delle più compromesse. Dalla relazione del giudice Buffa esce fuori una "macchina" che, sia pure a fatica, ha ripreso il cammino. Brindisi, soprattutto, è la città dove lo svolgimento dei processi ha fatto registrare una incoraggiante velocizzazione. Meno bene vanno le cose a Lecce, mentre Taranto è fanalino di coda, nel distretto.
Il presidente Buffa, tra l'altro, ha detto: "l'organico del personale togato, nonchè quello del personale amministrativo, risulta inadeguato a fronteggiare l'incremento della domanda di giustizia ed a smaltire l'arretrato"; e ha aggiunto: "la situazione a causa dell'esorbitante carico di lavoro su denunziato, è particolarmente allarmante per le sezioni lavoro dei distretti pugliesi".
In particolare, analizziamo alcuni punti salienti riguardanti le problematiche che è costretto ad affrontare il Tribunale di Taranto:
L'emergenza criminalità, pare un punto purtroppo sempre più dolente, dato che i processi per questi reati trovano una notevole difficoltà ad estinguersi.
Per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, c’è un’apparente caduta verticale. Nel corso del 2010 alla Corte d'Appello non risulta definito né pervenuto alcun processo per corruzione o peculato. Non se ne commettono più perché in Italia sono diventati tutti improvvisamente onesti o su questo tipo di reati non si indaga più a sufficienza perché nei giudici pare subentrata una sorta di demotivazione o comunque è più difficile indagare?
Risposte, nella sua relazione, il presidente Buffa non ne dà. Ma sottolinea come lo stesso governatore della Banca d'Italia abbia denunciato «quali e quanti condizionamenti derivano oggi allo sviluppo dell'economia dalla diffusione della corruzione».
Per quanto riguarda il traffico dei rifiuti, si evidenzia la scoperta dei traffici transfrontalieri di rifiuti nel porto di Taranto.
Per la tutela dell'ambiente, il "caso Taranto" è in primo piano. Una città "aggredita" dall'inquinamento, dove la procura, è impegnata su più fronti. Un'inchiesta relativa a numerosi decessi «per malattie professionali dovute all'esposizione all'amianto. Ma i problemi ambientali di Taranto, si identificano con quelli della grande industria, l'Ilva in particolare. Sono in fase di risoluzioni varie indagini per fatti di inquinamento di gravità tale da giustificare il ricorso a fattispecie di reato particolarmente rilevanti». Accertamenti sono in corso, nel quartiere Tamburi, per individuare la sorgente del berillio, una pericolosissima sostanza cancerogena, che ha contaminato la zona.
Inoltre, la situazione nelle carceri a Taranto è esplosiva, «La condizione dei detenuti, va diventando sempre più drammatica e inaccettabile per un paese civile che deve garantire anche a chi è in debito con la società condizioni minime di vivibilità rispettose della sua dignità di persona». Il sovraffollamento delle carceri, invece, costituisce «un ostacolo all'attuazione di un serio programma di recupero». Una situazione che porterà probabilmente alla disperazione.
Tutto questo disagio da bollino rosso che viveva e vive oggi in maniera più accentuata la nostra giustizia, non è stato certo aiutato da uno dei più recenti decreti ministeriali come quello del novembre 2009, dell’attuale Governo, che provvedeva in maniera drastica ad effettuare dei tagli sulle piante organiche dei singoli uffici dell'Amministrazione giudiziaria e, come se non bastasse, a ridurre pesantemente le fasce retributive assegnate in organico alle singole strutture.
(Vincenzo Scarano)

lunedì 31 gennaio 2011

Non ha più senso l'isola amministrativa del comune di Taranto nella zona orientale

 Nella Storia d’Italia edita da Einaudi, le isole amministrative sono così definite: “Zone territorialmente isolate, a qualche chilometro di distanza, dal corpo del comune e incluse fra altri comuni. Una soluzione sentita come funzionale fino al secolo XVIII, quando un comune posto in una piana o lungo una valle largamente invasa da colture, aveva frequentemente in un’area a parte, posta di regola sui monti vicini, pascoli e boschi indispensabili per la vita delle popolazioni”. Dal generale al particolare, ci sono prove che nella Provincia di Taranto, costituita nel 1923, già nel 1886 ci fu una riunione di Giunta del comune di Monteparano in cui si chiedeva al Sotto-Prefetto del Circondario di Taranto di convocare un Consiglio Comunale in seduta straordinaria per “redigere preghiera al real Governo di voler promuovere una legge, mediante la quale venga ad espandersi questo angusto e ristretto territorio, comprendendovi le Masserie appartenenti a diversi naturali di questo stesso Comune, segregando detti fondi dal territorio tarentino, ove sono obbligati di andare a pagare la contribuzione diretta e la sovrimposta comunale, senza percepirne un utile qualsiasi”. Arriviamo ora ai giorni nostri per constatare, con rammarico, che le isole amministrative, nate in particolari circostanze, esistono ancora pur essendo cessato l’originario contesto storico. Negli anni tutti i comuni interessati, anche con azioni collettive, hanno mosso dei passi verso l’appropriazione dei territori confinanti dell’isola amministrativa di Taranto, ma l’unica che si è risolta con successo, grazie ad un’azione di coordinamento della Regione, è quella del Comune di Roccaforzata. Per questi Comuni sarebbe un'esperienza estremamente positiva, che darebbe risultati utili per le amministrazioni e, soprattutto, per i cittadini. Si pensi per esempio al Comune di Lizzano che ha nel suo agro la zona marina della Torretta e Marina Piccola, entrambe isole amministrative di Taranto.
I due territori sono caratterizzati dal bel mare e nella prima è presente ancora una torre di avvistamento saracena chiamata Torre Zozzoli, o popolarmente Torre Sgarrata (per il suo stato strutturale). Queste potenzialità potrebbero fruttare al Comune introiti derivanti da ICI, tasse varie, parcheggi, ecc., che si tradurrebbero in sviluppo ed occupazione per i propri cittadini. Il comune di Taranto, invece, pur percependo i vari introiti, non provvede alle necessità del vivere civile, quali: opere di urbanizzazione (mancano ancora l’acqua e le fogne), una attenta raccolta dei rifiuti, parcheggi, viabilità, sicurezza. Sarebbe dunque estremamente significativo se il Comune di Taranto, d'intesa con i Comuni interessati, avviasse la procedura di cessione dell’isola amministrativa. Ciò eliminerebbe ostacoli ed equivoci a qualunque genere di gestione e, ancora più importante, agevolerebbe la razionale formulazione di piani urbanistici e di progetti economici e di servizi. In poche parole una migliore e più funzionale programmazione del territorio. Per non parlare poi della ormai conosciuta nota dolente di quella che è una delle più grandi discariche d’Europa di rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, che fa parte dell’isola amministrativa di Taranto ma insiste a soli 2 km da Fragagnano, Lizzano, Monteparano e Roccaforzata. Ci chiediamo: se potessimo amministrare questa zona, saremmo forse più interessati del Comune di Taranto (sito a decine di chilometri), a risolvere il problema del terribile odore che ammorba il nostro odorato, soprattutto nelle ore notturne? La risposta ci sembra ovvia! Nel 2007 il vicepresidente del Consiglio regionale, Luciano Mineo e il consigliere regionale, Paolo Costantino diffusero una nota in cui si invitava il Sindaco di Taranto “a prendere in seria considerazione l'ipotesi di cedere le isole amministrative ai Comuni del territorio provinciale nelle cui prossimità sono ubicate. Troviamo profondamente ingiusto che il Comune di Taranto continui a restare proprietario di aree site a decine di chilometri dalla città, soprattutto quando - è il caso dell'isola amministrativa confinante con diversi Comuni del versante orientale, a cominciare da Fragagnano - esse sono utilizzate da decenni per ospitare impianti di smaltimento dei rifiuti”. Per il capoluogo ionico però, la gestione di queste aree potrebbe rappresentare una strategia. L’arch. Mario Romandini dell’Ufficio Urbanistica fece notare allora che “soprattutto quelle più vicine al mare potrebbero essere sfruttate puntando verso un turismo di qualità. Decidere se cederle o meno è sicuramente una valutazione oltre che tecnica anche politica. Chiaramente quelle isole, come per i comuni limitrofi anche per Taranto, potrebbero diventare fonti produttive. E’ logico, però, che vanno fatti degli investimenti. I fondi necessari potrebbero arrivare dal Piano di Area Vasta”. Purtroppo, il Comune di Taranto sembra aver scelto di non cederle, infatti nel suo «Progetto di Città 2010», alla voce «Isole amministrative», così scrive: “Fondamentale il Protocollo d'Intesa tra Consorzio ASI, Camera di Commercio, Apt, Confcommercio, Comune di Taranto e Regione Puglia (Assessorato all'Urbanistica e al Turismo) per la creazione di un "Polo Turistico- Ricettivo" mirante alla riqualificazione ambientale e alla valorizzazione dell'intero territorio del versante jonico orientale”. Fine di un sogno? No, noi non smetteremo mai di sognare e continueremo con tutte le nostre forze a lottare
perché i sogni diventino realtà.
(Gaetano Marangi)

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